28 febbraio 2011

L'evoluzione e la febbre del kustom!


Non mi voglio vendere per quello che non sono. L'amore per le moto è nato con l'età adulta (i trenta); fino ad allora la solita trafila giapponese e solo dopo la folgorazione per le harley. La mia grande, storica e unica passione è sempre stata la musica. Non vi racconterò storie di quando da piccolo andavo fuori dalla Numero uno a fantasticare schiacciando il naso contro la vetrina o di quando rimanevo ore incantato a vedere il mio vicino lucidare la sua moto americana.
Non ve le racconto perchè non le ho vissute. Però vi posso assicurare che quando sono salito su una sportster è stata una folgorazione. Nel giro di due settimane la moto, che avevo provato solo qualche giorno prima dal dealer durante un open day, era nel mio box. Nella prima delle foto è ritratta la mia sportster quando era ancora verginella.
In quel periodo ignoravo quello che mi sarebbe successo nei mesi a seguire, ero ancora libero dal contagio, non sapevo cosa volesse dire personalizzare ne tanto meno immaginavo che, nella maggior parte dei casi, coloro che posseggono una moto americana la modificano a loro piacimento. Solitamente dopo i primi mesi in cui ci gingilliamo con la nostra sportster stock si inizia a sentir parlare di stage one, a capire che forse il suono degli scarichi non è proprio quello giusto e piano piano senza neanche rendersene conto ci si ritrova completamente travolti dal vortice della modifica, dalla febbre della "customizzazione", dalla voglia di unicità. Perchè si tratta di una vera e propria malattia.

Non c'è possibilità alcuna di sfuggirne, ti ritrovi ore a pensare all'accessorio giusto, il dettaglio migliore, impari i cataloghi di accessori quasi a memoria. Fai una miglioria alla moto e subito dopo sei già pronto per la successiva. Ci sono "malati" che non si fermano mai e continuano a modificare la loro amata all'infinito e invece quelli più fortunati che riescono a capire quando la moto è diventata proprio come l'avevano immaginata. Per quanto mi riguarda ho ancora qualche lavoretto da fare ma senza mai snaturare l'essenza della mia sportster, voglio che rimanga in tutto e per tutto una sportster 883R.

Non ho grandi storie da raccontare sul mio passato ma il mio presente mostra bene quello che è l'attaccamento che ho verso questo modello di motocicletta. E Duecilindri è qui proprio per dimostrarlo. In questo blog non ci sono interessi, secondi fini, guadagni ...c'è solo passione, ma tanta.




Nessun commento:

Posta un commento